mercoledì 30 maggio 2012

ArmA III


Che la guerra non sia uno scherzo, i ragazzi di Bohemia Interactive l’avevano mostrato moltissimi anni fa con il mitico Operation Flashpoint. L’hanno ribadito poi altre due volte. Quattro anni fa con ARMA: Combat Operations e solo due anni fa con ARMA II, titoli che attirano l’interesse dei giocatori più hardcore con un realismo senza compromessi, un’oculata immersione bellica e una ricostruzione precisa degli ambienti se confrontati agli altri sparatutto in prima persona sul mercato, dando nuova vita al concetto di FPS e in aggiunta creando un genere di videogames totalmente diverso e forse ancora ora non intrapresa da altri produttori: la simulazione di combattimenti militari. Finalmente, a distanza di tre anni dagli acclamati successi del passato, Bohemia Interactive, torna a sottolineare la sua idea, annunciando all’E3 l’imminente pubblicazione del loro nuovo attesissimo titolo: ARMA III. E lo fa con l’intendo di tenere alta l’attenzione, conservando i punti evidenziati nei precedenti titoli e cercando di mettere a nuovo nei limiti del possibile i punti saldi che hanno reso possibile l’ascesa di questa saga. ARMA III non sarà una rivoluzione, il gameplay è rimasto molto vicino alle precedenti versioni, le modifiche più importanti sono principalmente il comparto grafico totalmente nuovo, con in più mezzi e ambientazioni inediti, per citarne uno il combattimento in acqua.


Le mappe, modellate in conformità a dati geografici reali, saranno davvero ampie, circa 900 kilometri quadrati da pattugliare liberamente con la peculiarità di più di cinquanta villaggi. Come da tradizione, il titolo, sarà suddiviso in due campagne; una giocatore singolo e una multiplayer per giocare tra amici. Una novità importante del nuovo capitolo rispetto al predecessore riguarda proprio la parte single player. In ARMA III la campagna sp verrà articolata in stile Sand-box, di conseguenza aperta e potrà essere affrontata come meglio si crede. Questo sarà ovviamente raccolto in una storia, che avrà in ogni missione dei particoli importanti. Il Single Player ci vedrà proiettati in un prossimo futuro (2030) nel quale momento storico gli attriti in aumento tra forze Nato e Iraniane site nel Mar Egeo, linea strategica di demarcazione tra il fatiscente potere Europeo e il nuovo potere dell’Est, esplodono. Nella campagna singola il giocatore vestirà i panni del Capitano Scott Miller, soldato delle British Special Forces, disperso in solitudine dietro le linee nemiche, dopo una missione fallita. Nel corso della campagna il giocatore dovrà affrontare ogni tipo di impresa, dalle stealth, al dirigere grandi operazioni con carri blindati, potendo scegliere moltissime combinazioni sia in termini di armamenti che di obiettivi, a seconda dello stile di gioco che più ci aggrada.

Volendo, anche questa volta, di lasciare il segno, Bohemia Interactive, dichiara che ARMA III sarà pubblicato nell’estate del 2012 solo per pc lasciando agli altri videogiocatori la speranza di un futur porting, di uno dei migliori simulativi mai creati, anche per console.

domenica 20 maggio 2012

Lollipop Chainsaw


Che Suda51 fosse un pazzo scatenato non avevamo dubbi, infatti titoli come No More Heroes e Shadows of the Damned sono li a farlo notare, ma sicuramente ora con Lollipop Chainsaw siamo ad uno stadio inoltrato. Lollipop Chainsaw, è la realizzazione di un sogno di un giovane brufoloso e con i primi baffetti che spuntano sopra le labbra, che accorpa in un colpo solo zombie, high school e cheerleader armate di motosega. Anzi una cheerleader, Juliet Starling con la missione di  ripulire la sua la sua scuola da branchi di non morti fatti ritornare in vita dal perfido compagno di scuola Swan.



Un plot sicuramente con poca veridicità, roba che Buffy è Shakespeare, ma davvero completo per mettere in scena tutta la fantasia malata, dissacrante, scherzosa e bizzarra del estroso designer nipponico. In concomitanza della Game Developer Conference il gioco è stato fatto vedere dando la possibilità ai giornalisti interessati di prendere il pad in mano e provare tutta la follia del gioco, da sempre marchio degli sviluppatori, i Grasshopper Manufacture. Lollipop Chainsaw è un classico action alla Gof of War tanto per rendere l'idea, ma l'insieme condito da molteplici variabili di gioco che divagano un bel po' dal classico tran tran attacco debole, schivata, attacco forte. In primis la nostra eroina in minigonna può accedere ad un corposo, ma non troppo, menù così da poter personalizzare tutte le skills, andando quindi a migliorare le sue statistiche e decidere che nuove combo sbloccare. Un'avanzamento fatto proprio per decidere il proprio stile di gioco e per allontanare Lollipop Chainsaw dal tanto vituperato button mashing. Dopo di ciò tra l'affettare uno zombi e l'altro Suda 51 ha inserito molte altre esperienze alternative così da variare maggiormente le azioni. Come quando in casi estremi Juliet può chiedere a quello che resta del suo ragazzo di prendere possesso di un corpo o come quando  la telecamera rende il gioco in pratica a in 2D con in più anche dei piccoli puzzle da risolvere.

Siamo di fronte a varietà di gioco insomma. Per finire, questi primi test di Lollipop Chainsaw ci fanno ben sperare nell'ultima creazione di Suda 51. Vicino a un sistema di gioco non proprio originale sarà possibile immergersi in una sarabanda di situazioni ed esperienze di gioco davvero inimmaginabili, come strambo è lo stile artistico scelto, caratterizzato da tanta ironia, sangue a fiumi e un pizzico di erotismo che ci va sempre bene. Quello che ci sarà da capire è se sarà ripetitivo, ma a giudicare dal poco che si è potuto vedere speriamo per un gioco che non annoi.

mercoledì 16 maggio 2012

Max Payne 3


Il 18 maggio sarà disponibile un gioco che ormai da molto tempo è nelle brame di davvero molti giocatori di tutto il mondo. Non si tratta di Half Life 3,  ma anche in questo caso si tratta di un un terzo capitolo di una saga di sicuro meno storica dello shooter di Valve, ma sicuramente seguita come Max Payne 3. Il franchise di Max Payne riporterà i giocatori nelle vesti del rude detective di New York City ma in questa avventura l’isola sarà solo marginale nella storia. Max Payne 3 si trasferisce al caldo, in Brasile per la precisione, per un’impresa che sembra voler custodire inalterato il carisma e la spettacolarità che ci hanno fatto tanto amare i primi due.


La vicenda di Max Payne si colloca temporalmente otto anni dopo le vicende del secondo capito, con Max che a San Paulo fa da bodyguard a una rinomata figura del luogo. Avremo la svolta nel momento in cui la moglie del capo verrà rapita da una banda locale, con Max che allora dovrà cominciare impresa pericolosissima che sembra fargli rivivere i fasti delle sparatorie a New York.
Il sistema di gioco rimarrà quello che già conosciamo, cunvulse sparatorie e bullet time a go-go il tutto sviluppato non più da Remedy, gli ingegnosi ragazzi finlandesi autori anche di Alan WAke, ma da Rockstar stessa, ormai in grado di portare avanti fantastici giochi in qualsiasi dei suoi studi esterni. Max Payne 3 vuole quindi essere una versione ricreata da zero, rivista, corretta e migliorata dei primi due, con cui condivide molto più di quanto sembrerebbe ad una prima distratta occhiata. Le ambientazioni sono davvero atipiche, e notiamo che prima di ogni cosa la struttura dei livelli è rimasta immutata: in Max Payne 3 le zone si susseguono affollate da nemici sparsi in ogni punto così di fare spesso l’uso del bullet time e delle armi da fuoco per proseguire nel gioco. In confronto agli anni passati la tecnologia ha fatto passi da gigante, come l'uso del motion capture non non solo di uno ma di tutto un gruppo, così da ricreare movimenti più reali durante le pattuglie. Sarà incrementata l'interazione con l'ambiente visto Max Payne 3 utilizza il motore grafico di Rage, prima utilizzato su GTA IV e Red Dead Redemption, e questo mette in gioco una variante in più durante gli scontri, i quali hanno evidenziato ancora di più la ferocia di un uomo che non ha davvero più niente da perdere.

Possiamo tranquillamente dire che Max Payne 3 nonostante o forse per fortuna non sia un comune seguito per lasciar calmi i fan appassionati ha mantenuto inalterato il suo dna e ciò è quello che più conta, d'altro canto ha provato di mettere in tavola la carta di un deciso rifacimento del comparto grafico, o meglio di di una ambientazione più moderna per cercare di anche i giocatori che non hanno mai conosciuto una saga vecchio stampo come quella di Max Payne.

domenica 13 maggio 2012

I migliori giochi per PS3


Ecco a voi migliori giochi per PlayStation 3. Tale classifica non potrà non scontentare qualcuno, però tra esclusive Sony e titoli multipiattaforma è molto facile redigere una lista che comprenda i più bei giochi della console nipponica. Alla decima piazza abbiamo Resistance 3, capitolo finale di una serie nata proprio con PlayStation 3 e che nel corso degli anni è stata capce di rispettare il suo stile particolare, molto distaccato dal comune sparatutto in prima persona. Occupa la nona posizione della graduatoria dei migliori giochi per PlayStation 3 c'è anche qui l'episodio conclusivo della saga più venduta di questa generazione, CoD: Modern Warfare 3. E' piaciuto davvero a tutti, il gioco funziona alla grande nonostante non brilli di certo per originalità tra le uscite di questi anni, quello che possiamo dire è che se ogni anno 20 milioni di appassionati fanno l'acquisto ben sapendo cosa li aspetta vorrà pur dire che il gioco è amato e entusiasma.



7° posto per LittleBigPlanet 2, titolo tanto bello quanto di nicchia, un genere che mancava da tempo e ritorna, il platform game era stato dato per morto, ma che invece è sempre vivo e vegeto. I tantissimi di livelli fatti tramite il potente editor lo dimostrano. Numero 6 l'atto finale della celebre serie di Solid Snake, ovvero Metal Gear Solid 4, cha ha ammaliato milioni di giocatori di tutta la terra facendo vedere la spettacolarità dei lunghi spezzoni in computer grafica.

Entriamo nelle prime 5 con Mass Effect 2, la space opera che dopo aver fatto sognare gli utenti Xbox 360 è approdata anche su PlayStation 3. Un gioco che ha avuto voti altissimi ma ha anche lasciato un po' perplessi primo atto era piaciuta molto. Quarto posto nella classifica dei migliori giochi per PlayStation 3 per Uncharted 3, recente seguito della saga di Nathan Drake. Un gioco che lascia ad occhi aperti, un vero e proprio film interattivo, ma che paga un po' di non aver più il fattore sbalorditivo del secondo capitolo e di aver un po' accantonato l'aspetto avventuroso platform in favore di quello shooter. Sul gradino più basso del podio troviamo un ex equo, The Elder Scrolls V: Skyrim e Batman: Arkham City. Due titoli diversissimi ma di grandissimo spessore, che hanno avuto davvero un successo enorme. Skyrim è un RPG davvero ampio pieno di sfaccettature, tanto spassoso e immediato quanto profondo e stratificato, capace di catturare milioni di utenti, non solo quelli avvezzi a draghi e punti esperienza. Batman: Arkham City è decisamente il miglior action adventure degli ultimi anni, graziato da una grafica strepitosa e da una maggiore libertà d'azione grazie ad aree più spaziose. Al secondo posto c'è di nuovo Nathan Drake. Uncharted 2: Il Covo dei Ladri fu una vera rivoluzione quando uscì nell'ottobre del 2009. Davvero assurdo ma soprattutto che riuscì di unire in modo perfetto meccaniche shooter, esplorazione e risoluzione di enigmi ambientali. Con l'aggiunta di una regia davvero eccezionale mai vista prima e soprattutto una {storia appassionante con dialoghi brillanti e colpi di scena a non finire. sempre verde tecnicamente fantastico, ma mai banale, con livelli dal design affascinante, boss giganteschi e soprattutto, come per Uncharted, un gameplay capace di bilanciare la frenesia degli scontri con sezioni in cui si dobbiamo completare degli enigmi ambientali. Forse il titolo più invidiato dagli utenti Xbox 360.

lunedì 7 maggio 2012

Videogiochi


Ci sono molti sistemi per far saltare sul divano dalla paura nei videogiochi? A cosa pensano i creatori per farci prendere dei gran spaventi? Cosa rende molti giochi horror vere e proprie pietre miliari e non semplici giochi banalmente paurosi? In questa nostra lista diremo in che modo gli ideatori ci costringono a dormire con la luce accesa o a farci urlare come matti nel cuore della notte.
Di certo il sistema più immediato, ma che colpisce subito nei videogiochi, ovvero mettere sul piatto gli effetti il più disgustosi che esistono, cercando quindi a colpire la pancia del giocatore e non la testa. Proprio per questo i nemici, anche i meno ”cattivi”, hanno sempre una sembianza poco incoraggiante, spettrale per dirla in breve. E se questo non bastasse magari ricoprire lo schermo di ragni e ragnatele e più in generale tutto quel genere di elementi ambientali che crediamo raccapriccianti e che non vorremmo vai vedere. Esempi di questo genere ce ne sono davvero molti, ma basta citare un gioco come Jericho, stracolmo di schifezze e sangue da tutte le parti, dove i nemici sono sfigurati, bruciati, deformi. In poche parole spaventosissimi.



Un'altro classico è, sono le tenebre. E' semplice. Tutto quello che non vediamo, l'ignoto ci fa paura e ci mette in una situazione insostenibile. Se conoscessimo sempre chi e quando ci attacca i survival horror sarebbero solo degli action a tutto tondo (qualcuno ha detto Resident Evil 4?) ma se noi non vediamo nessuno a causa delle tenebre avremo sempre la sensazione che qualcuno possa attaccarci in qualsiasi momento. In breve terrore allo stato puro. Tutto ha avuto inizio con il primo survival horror della storia Alone in the Dark. Un altro metodo "facile", anche se di grande effetto è quello dello shock, del BU! all'improvviso.
Accade allo stesso modo al cinema, nel nostro settore il primo Resident Evil ci ha fatto correre in bagno discrete volte. Ricordate ancora la scena dei cani che entrano all'improvviso? Ecco, ci riferiamo a quello. Se al buio e allo shock improvviso aggiungiamo musiche e effetti sonori paurosi, terrorizzanti e d'atmosfera  è meglio fare una capatina dal cardiologo prima di iniziare a giocare. In questo ambito lo sparatutto in prima persona F.E.A.R è un giusto esempio di un connubio di caratteristiche particolarmente efficaci. Un sistema più elegante e meno usato è quello di creare un protagonista sensibilmente meno forte degli avversari, talmente debole che ogni scontro, anche quelli abbastanza facili sono potenzialmente fatali. Per questo i survival horror veri hanno sempre protagonisti male armati e con munizioni risicate. Un altro modo estremamente ricercato ma anche poco utilizzato considerato che genera una serie di variabili e di lavoro ulteriore è quello di non far capire a chi gioca se la "realtà" che sta giocando è vera, se quello che sta combattendo è un parto della sua mente malata o della mente perversa degli sviluppatori.

Un classico è quello di Eternal Darkness in cui il terrore e la paura rende fuori di testa il protagonista con effetti diretti a schermo sulla percezione del sistema di gioco da parte del giocatore. Come inesistenti messaggi di errore della console, prospettive poco naturali, iprovvisi decessi e molto altro. Roba da fan di videogiochi horror. E poi c'è il sistema che ci porta a considerare quello che Freud ha battezzato disturbante. Ciò significa rivoltare totalmente oggetti e personaggi familiari, rendendoli pericolosi, innaturali, strani. In poche parole niente è più certo, ambienti familiari diventano incubi, non si sa più cosa è realtà e cosa è incubo. Silent Hill è stato il primo questo filone. Non c'è stato chi ha saputo fare di meglio.

mercoledì 2 maggio 2012

Devil May Cry HD Collection


Devil May Cry HD Collection rende possibile a tutti quelli che hanno una console next gen, ovvero PlayStation 3 o Xbox 360, di rigiocare i primi tre titoli della famosa serie, ovvero Devil May Cry, Devil May Cry 2 e Devil May Cry 3: Dante's Awakening, disponibili dal 2001 esclusivamente su PlayStation 2. Devil May Cry fa il suo esordio nel corso del 1998, appena dopo l'uscita di Resident Evil 2 e nelle intenzioni iniziali di Capcom sarebbe dovuto essere un sequel diretto del franchise zombesco della software house. Sin dall’inizio però, da quando ebbero inizio gli studi introduttivi si capì subito che il survival horror non avrebbe reso giustizia al il personaggio principale Dante e quindi con un repentino refresh di impostazione Devil May Cry divenne il simbolo del picchiaduro, dell'hack'n'slash "stilish" dove non è sufficiente solamente mettere KO i cattivi, ma è importante soprattutto il modo in cui li si uccide. Il gioco infatti spingeva il giocatore ad essere creativo grazie al sistema di combattimento, inanellando combo su combo, a terra e in aria, con molti tipi di armi diverse, cercando di avere il massimo del punteggio alla fine di ogni livello.  Un genere nuovo, che dal primo momento ha avuto un successo mondiale, e che ha spinto le software house all’epoca più conosciute a realizzare il loro Devil May Cry, tentando quindi di cavalcare l'onda di questo nuovo genere approdato sul mercato.
I primi tre episodi erano una esclsiva di Sony e gli utenti PC o Xbox non hanno mai potuto godere della frenesia del gameplay, la Devil May Cry HD Collection è quindi un’ottima chance per addentrarsi nel mondo di Dante nella gloria dell'alta risoluzione, con una grafica appariscente e la stabilità del frame rate, con in più dell'inserimento dei trofei, degli obiettivi e di alcune peculiartià in più.



Di tutti e tre i capitoli che compongono la Collection, allo stesso modo di quando uscirono i migliori sono il primo e il terzo atto, con il secondo criticato dagli appassionati perché meno difficile del primo, per un gameplay meno pulito e raffinato del precedente e per la visualizzazione grafica che inserendo in scena ambienti di gioco più grandi tralasciò qualcosa in termini di dettaglio. Nel bene o nel male Devil May Cry 2 ebbe un grande successo di vendite, circa due milioni di copie.

In conclusione la Devil May Cry HD Collection da la possibilità di giocare al meglio le avventure di Dante, meglio concentrato soprattutto in Devil May Cry 3: Dante's Awakening che migliorò decisamente la formula dei due titoli precedenti, allargando quanto di buono il primo e e un po’ meno il secondo Devil May Cry avevano creato.